Il dovere della memoria e della conoscenza 31° anniversario della strage di Capaci

EVENTO
23-05-2023 / 30-05-2023
















Il 23 maggio 1992 sull’autostrada da Punta Raisi a Palermo, all’altezza dello svincolo di Capaci, un’esplosione architettata a dovere, (vennero utilizzati ben 500 kg di tritolo) uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani.



Giovanni Falcone e la strage di Capaci


Giovanni Falcone nasce a Palermo il 20 maggio 1939, studia prima presso l’Accademia navale di Livorno e poi si iscrive a Giurisprudenza.  A seguito della laurea inizia la sua carriera come pretore prima a Lentini e poi a Trapani. A Palermo durante il processo Spatola inizia a collaborare con il suo amico e collega Paolo Borsellino (anchesso, vittima di Cosa nostra nella strage di via D'Amelio il 19 luglio 1992  assieme ai cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano), con il quale intraprende una vera e propria guerra alla mafia.  In particolare Falcone e Borsellino lavorano per smascherare il boss Totò Riina.  Tanti i nomi delle vittime degli attentati mafiosi, come quello del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, e il capo dell’Ufficio istruzione di Palermo Rocco Chinnici.Giovanni Falcone fa parte del pool antimafia che vede raggiungere grandi progressi a cavallo degli anni 1984 e 1985 insieme al magistrato Antonio Caponnetto, Giuseppe Di Lello Finuoli, Leonardo Guarnotta e Paolo Borsellino.  La collaborazione dei pentiti è preziosa e tutto si dirige verso un maxiprocesso volto a inchiodare i maggiori responsabili degli attentati mafiosi: 475 imputati, 360 condanne.  Per questioni di sicurezza sia Falcone che Borsellino vengono trasferiti insieme alle loro famiglie all’Asinara. Il maxiprocesso inizia nel febbraio del 1986 e termina nel dicembre del 1987, con 360 condanne e 114 assoluzioni. Ma il pool antimafia viene messo in difficoltà, a partire dall’interno: Falcone viene privato della titolarità delle inchieste antimafia, e Antonino Meli, nominato capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, coinvolge magistrati esterni al pool nelle inchieste.Iniziano mesi duri per Falcone, sempre più isolato, finché accetta la proposta del nuovo ministro della Giustizia Claudio Martelli: la direzione degli Affari penali a Roma.